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POESIE DI ANDREA RONCATO, DAL SUO LIBRO "TI AVREI VOLUTO"






Il giorno che mi lascerai
non chiudere la porta
e non salutarmi
quando te ne andrai.
Così io penserò
che sei uscita un attimo
e poi ritornerai...



Ci sono esseri che attraversano
la nostra vita come meteore.
Ne vediamo la luce,
ne sentiamo il calore.
Poi se ne vanno
lasciandoci
una piccola bruciatura
nel cuore...
per non farsi dimenticare.



Spesso abbiamo la sensazione
di sentirci osservati
da sguardi che conosciamo bene
o ci appaiono fra i pensieri,
all'improvviso,
occhi di persone care,
che non ci sono più,
occhi di vecchi amori,
di amici perduti,
di chi abbiamo fatto soffrire
senza una ragione
o di chi se n'è andato,
prima che avessimo il tempo
di farci perdonare qualcosa.
Tra tutti questi occhi
ci sono anche gli occhi di un cane,
comprato per gioco,
usato come un gioco.
Cercano ancora
quel padrone
che non c'è mai stato,
chiedono ancora
quella carezza
che non gli ho mai dato.




Guardami negli occhi,
quando pensi che sono felice
solamente perchè rido forte.
Guardami negli occhi,
quando non capisci perchè piango
senza un motivo.
Quando m'incazzo
senza una ragione,
quando non ti rispondo,
quando mi parli
e non ti sto ascoltando.
Guardami negli occhi,
quando resto in silenzio
o non mi va di uscire,
quando non me la sento
e me ne voglio andare.
Guardami negli occhi,
tu che mi giudichi sempre,
che passi il tuo tempo a criticare,
tu che sai fare tutto,
perchè nei miei occhi
non mi sai guardare?




Ti avrei voluto piccolo
per poterti abbracciare,
ti avrei voluto grande
per potermi appoggiare,
ti avrei voluto d’inverno
dietro a una finestra
per guardare la neve
che comincia a cadere.
Ti avrei voluto
con la pioggia di un temporale,
sotto le coperte in silenzio
per sentirne il rumore,
ti avrei voluto
dolce con i cani
per poterli accarezzare
e tenero coi vecchi
per poterli amare.
Ti avrei voluto
bello da dovermene vantare,
con gli occhi grandi come tua madre,
ti avrei voluto
cantare una canzone,
farti addormentare
e continuare il sogno
che ti aveva fatto svegliare.
Ti avrei voluto
timido per vederti arrossire,
cocciuto, per discutere con te e litigare,
ti avrei voluto
di fianco a camminare
tutti e due in silenzio
cercando di capire
quello che l’altro ha dentro
e che non riesce a dire.
Ti avrei voluto
insegnare tutte le cose che non so fare,
ti avrei voluto
il giorno che dovevi partire,
per il piacere di vederti ritornare,
ti avrei voluto al tempo del tuo primo amore.
Ti avrei voluto vicino
il giorno che me ne dovrò andare,
avrei voluto volerti,
quella volta che non ti ho voluto...





Mi piacerebbe passare tante ore con te,
mi piacerebbe ascoltassi le cose che dico,
mi piacerebbe t'interessassi a quello che faccio.
Mi piacerebbe ti fidassi ciecamente di me,
mi piacerebbe che mi guardassi
con simpatia ed ammirazione sempre,
anche tutte le volte che sbaglio,
mi piacerebbe che mi amassi 
per quello che sono,
per i miei pochi pregi e i miei tanti difetti.
Mi piacerebbe sentire che ti manco davvero,
che non vedi l'ora di vedermi,
anche quando mi hai appena visto,
che parlassi di me con le tue amiche
al lavoro o dal parrucchiere.
Mi piacerebbe sembrarti intelligente
anche quando sono stupido,
mi piacerebbe che ti addormentassi tranquilla,
al suono della mia voce sul divano la sera
e ti svegliassi di notte, per guardarmi.
Oh cazzo: mi sto accorgendo che
mi piacerebbe essere il tuo televisore!



Dove andranno a finire i sogni?
Forse diventano nuvole
e la pioggia di queste nuvole 
forse non è altro che
quella piccola lacrima
che a volte ci bagna il viso
senza un perché...